giovedì 13 ottobre 2011

Critici cinematografici


Oggi è uscito un articolo di Dino Amenduni sul ilfattoquotidiano.it riguardo a #occupiamobancaditalia. Amenduni prende posizioni che in genere trovo abbastanza condivisibli. Stavolta, proprio no. 

Egli critca aspramente il movimento sia nelle forme che nei contenuti.
Ora:
-  per quanto riguarda i nomi, mi pareva già lampante che #occupiamobancaditalia fosse preso da #occupywallst e Indignados fosse importato dalla Spagna. Amenduni ha voluto ricordarcelo, criticando ampiamente le scelte, parlando di mcdonalizzazione. Però si tratta, in entrambi i casi, di una scelta mediatica, nonché internazionalista. Non mcdonalistica, Amenduni. Ti ricorda qualcosa "proletari di tutto il mondo unitevi"? Con questo non voglio dire che il movimento sia marxista, ma solo che è una vita che i movimenti di sinistra sono internazionalisti. Inoltre, sono gli spagnoli ad aver lanciato il 15 Ottobre come data dell'indignazione mondiale. E comunque, la questione dei nomi non mi pare vitale;


-  per quanto riguarda i contenuti, ovviamente se ne può discutere, ma sicuramente bisogna trovare una soluzione più equa alla crisi dell'Occidente, che non sia l'austerità in stile greco, perché si può  capire facilmente come questo porti alla catastrofe sociale. Ecco, diciamo che se il default pone dei problemi, sicuramente è già di gran lunga preferibile all'austerity della BCE.


In chiusura, voglio rimarcare però come consideri assurdo criticare un movimento appena nato e che rappresenta l'unica speranza del Paese, sulla base poi di non si sa bene cosa e con nessuna finalità.
La critica fine a sè stessa la lasciamo ai critici cinematografici.

2 commenti:

  1. Ciao :) sono l'autore dell'articolo.

    Provo a risponderti:

    *sulla forma: in Italia è più importante che altrove. Se l'analisi politica si limitasse ai contenuti Berlusconi sarebbe stato già mandato in soffitta. Ma evidentemente il linguaggio, i simboli, la guerra di immaginari sono il cuore della costruzione dell'opinione pubblica. Per questo ritengo che la scelta delle parole d'ordine non possa essere sottovalutata. Specialmente se è fuorviante. Se la traduzione italiana di un film è sbagliata, cambia il senso e la percezione delle cose (il mitico 'Se mi lasci ti cancello', traduzione di 'Eternal sunshine of a spotless mind', lo dimostra). Vale anche per le proteste. Anche se ovviamente la protesta è fatta principalmente di contenuti, però è giusto dedicare tempo ed energie mentali sul linguaggio.

    *sui contenuti: se la soluzione proposta è il default, che si dica esplicitamente. Gli italiani potranno valutare se preferiscono il default o l'austerity della Bce. Sono certo che, in qualunque caso, non ci sarà il 99% da una parte e l'1% dall'altra :)

    Per chiudere: non credo che questo movimento sia l'unica speranza del Paese. C'è ed è importante che ci sia. Spero vivamente che questa protesta porti a un risultato. Ma tutti i cittadini che si impegnano ogni giorno in politica, nelle associazioni, nelle informazioni; quelli che hanno recitato un ruolo da protagonisti durante le Amministrative e i referendum non sono militanti di serie B, secondo me. Anche perché loro, un risultato, l'hanno portato a casa.

    Un abbraccio,
    Dino Amenduni (hai sbagliato sia il nome che il cognome :))

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  2. Ciao. Innanzitutto grazie per avermi risposto.
    Quella del nome è stata una svista, ammetto invece un mio errore sul cognome. Scusami, l'ho modificato.
    Apprezzo la tua risposta, anche se rimango convinto di quello che ho scritto, soprattutto riguardo all'opportunità di non criticare un movimento appena nato. Per quanto riguarda i cittadini che tu citi alla fine, lungi da me sminuirne gli sforzi. Però, rimango convinto che la manifestazione di oggi è l'unica speranza che ci rimane se vogliamo incidere sul futuro economico del Paese, respingendo i piani di austerità.
    Continuerò a leggerti con interesse, come ho fatto in passato.
    Spero ritornerai a leggere questo blog!
    A presto, Mimmo.

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