giovedì 23 febbraio 2012

Redditi


Se vogliono, i signori Ministri, possono pubblicare anche i nostri di redditi.
Io prendo 25.000 euro lordi l'anno, per esempio, che si traducono in 1450 netti al mese, senza tredicesima o altro.
Sono comunque fortunato, perché molti miei coetanei prendono a stento 20.000 euro lordi l'anno. Bruscoletti. Tradotti in denaro da spendere si parla di 1100-1200 euro netti al mese. 

E gli va sempre meglio dei pochi che hanno scelto di fare il dottorato. Per loro la borsa si ferma a 41000 euro lordi in tre anni. Cioè 14000 l'anno, scarsi 1000 euro netti al mese.
Stiamo parlando di ingegneri.
Poi ci sono gli altri. Laureati in altri campi, meno utili alla produzione in senso stretto. Nei call center a 840 euro al mese. Negli studi professionali di architetti, commercialisti, avvocati, notai, ingegneri, sfruttati per anni come schiavi per qualche centinaio di euro al mese, in nero, senza nessuna prospettiva futura.
Dei non laureati so poco e non parlo di quello che non so. Ma dati quelli dei laureati, posso immaginare quali siano i loro redditi.
E poi ci sono i disoccupati, non lo scordiamo: reddito 0 euro annui. Il 30% di coloro che cercano lavoro nella fascia 15-24, giusto per dare un dato. L'8,2% in totale, sempre e solo fra coloro che cercano lavoro. Più di due milioni di persone.
Capirete anche voi che con milioni di persone bloccate su queste cifre (quando va bene) non si va lontano. 
Il basso reddito disponibile porta ad una domanda povera e quindi insufficiente a sorreggere la produzione, che cala. Recessione, la chiamano gli economisti. 
Poco importa quanto prendono i ministri della Repubblica (troppo, comunque, se volete sapere la mia opinione). Ancora meno c'entra l'articolo 18, la cui eliminazione porterebbe anzi una riduzione del potere contrattuale dei lavoratori rispetto ai datori di lavoro, e quindi anche dei salari.
Servirebbe una ridistribuzione economica. Un salario minimo intercategoriale. Una lotta seria all'illegalità nel lavoro, che non è rappresentata solo dal lavoro in nero, ma anche, e soprattutto direi, da stipendi reali inferiori a quelli dichiarati in busta paga a straordinari infiniti non retribuiti, a 7 giorni di lavoro su 7, da dimissioni in bianco fatte firmare all'atto dell'assunzione a norme sulla sicurezza del lavoro ignorate o rispettate solo sulla carta. E poi ci sono sempre i precari che fanno un lavoro da dipendenti. Tutti. 
Non serve cambiare la legge, serve applicarla.
E serve una ribellione dal basso a questi soprusi, visto che un governo figlio delle imprese e delle banche non farà mai qualcosa al riguardo.

3 commenti:

  1. Laureati, laureati, laureati...sempre solo laureati...ma dei diplomati, dei terza media, non parlate mai??? io facevo la portalettere, sono entrata in posta con la quinta elementare, con il diploma magistrale ho continuato a fare la portalettere per 35 anni perchè non avevo in tasca una tessera sindacale, e percepivo (ultimo cedolino) € 1153. Ho solo un vantaggio che ora sono in pensione, o meglio solo una dei tanti ESODATI (ne hai sentito mai parlare? Quella fornero con la sua intelligentissima riforma ce la messa nel c..o senza stipendio e probabilmente senza pensione.) E' ora di smetterla di lamentarsi e alzarsi dalla sedia e scendere in piazza a piantare casino come negli anni '70.

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  2. Perfettamente d'accordo con te su tutto.
    Ho parlato dei laureati perché sono quelli che conosco meglio. Ho tuttavia specificato "Dei non laureati so poco e non parlo di quello che non so. Ma dati quelli dei laureati, posso immaginare quali siano i loro redditi". Dunque non mi sono dimenticato affatto dei diplomati e di quelli con la licenza media!
    Non è affatto il caso di fare distinzioni tra un livello di istruzione ed un altro, ma fra ruoli. Il problema sono i dirigenti che trattano così la gente. Sarebbe l'ora di riscoprire la "coscienza di classe"...

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    1. Vero quello di riscoprire la coscienza di classe però attenzione si accentuerebbe ancora di più la distanza tra padrone ed proletario (chissà se esistono ancora) e si creerebbe un nuovo antagonismo.
      Io parlerei di più di una coscienza politica e sindacale su entrambi i fronti.
      Non so quanti anni hai e credo che non tu non ricordi quel che successe nel lontano 1980 (sembra davvero un altro secolo) quando mamma Fiat stava epurando la sua fabbrica dagli operai...I signori impiegati, i famosi colletti bianchi, non scendevano in piazza, perchè convinti di non essere toccati dalla "riforma" di mister Agnelli. Quando invece si svegliarono e si accorsero di essersi sbagliati, protestarono ma ormai era troppo tardi...Trai tu le conclusioni. E' meglio una coscienza di classi o classi coscienti che l'unione fa la forza?
      Scusami sono una vecchia marxista...Ciao

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